Il Narcisismo Patologico Secondo Otto Kernberg
Secondo O. Kernberg (2009) il narcisismo patologico presentare tre diversi livelli di gravità.
Il livello meno grave è quello nevrotico (pazienti che in generale sembrano funzionare, pur presentando solitamente problemi nelle relazioni sentimentali o professionali a lungo termine).
Il secondo livello di gravità riflette la sindrome tipica della personalità narcisistica, con tutte le sue varie manifestazioni cliniche.
Al terzo livello, le personalità narcisistiche funzionano ad un livello chiaramente borderline. In aggiunta alle manifestazioni tipiche del narcisismo patologico, il paziente presenta solitamente assenza di tolleranza all’ansia, insufficiente capacità controllare gli impulsi e forte riduzione nelle capacità di sublimazione. Questi pazienti di solito falliscono sia professionalmente sia nelle relazioni sentimentali ed intime.
Allo stesso livello di gravità, un altro gruppo di pazienti affetti da narcisismo patologico non mostra caratteristiche borderline bensì antisociali. Aggressioni contro gli altri o se stessi sono i tipici comportamenti antisociali dei pazienti aggressivi, in modo particolare quando essi soddisfano i criteri della sindrome del narcisismo maligno – che include anche gravi comportamenti antisociali, significative tendenze paranoidi ed aggressività auto- ed etero-diretta. L’aiuto di una psicologa psicoterapeuta può aiutare i pazienti affetti da narcisismo patologico a trovare un equilibrio.
Caratteristiche del Narcisismo Patologico
Le principali caratteristiche del narcisismo patologico sono rappresentate al secondo livello di gravità e possono così essere sintetizzate:
- disturbo del sé: eccessiva auto-centratura e dipendenza dall’ammirazione degli altri, grande importanza delle fantasie di successo e grandiosità – fino all’evitamento di realtà non compatibili con l’immagine gonfiata che questi pazienti hanno di loro stessi;
- relazioni patologiche con gli altri: invidia conscia ed inconscia, avidità e sfruttamento degli altri, idea di avere tutti i diritti, svalutazione degli altri ed incapacità di dipendere da loro (in contrasto con la necessità di ammirazione altrui), assenza di empatia;
- Superego patologico: al livello relativamente più sano, i pazienti evidenziano un deficit nelle loro capacità a causa della loro tristezza, gravi oscillazioni nell’umore, predominio di una cultura della “vergogna” piuttosto che della “colpa”, valori di qualità infantile. Una patologia più grave del Superego implica un comportamento antisociale cronico ed una significativa incapacità sia di assumere responsabilità in tutte le relazioni interpersonali sia di provare sentimenti di colpa o rimorso. Una sindrome particolare, che riflette una forte patologia del Superego e che appare caratterizzata dalla combinazione di disturbo narcisistico di personalità, comportamento antisociale e tendenze paranoidi è la sindrome del narcisismo maligno;
- un cronico senso di vuoto e monotonia che predispone all’abuso ed alla dipendenza da sostanze come l’alcol e le droghe.
Un Mondo Interiore Vuoto
Kernberg (2008) afferma che nei pazienti con narcisismo patologico la svalutazione degli altri significativi come difesa contro l’invidia inconscia si riflette nello smantellamento delle relazioni oggettuali interiorizzate.
Il sé patologicamente grandioso è esperito con l’isolamento, e la regolazione dell’autostima dipende dall’ammirazione esterna da parte degli altri piuttosto che dalla sicurezza derivante da un mondo interiorizzato di relazioni oggettuali significative.
Il mancato sviluppo di relazioni oggettuali significative si riflette in un mondo interiore cronicamente vuoto, spogliato di profondità emozionale e di esperienze significative, che condensa, retroattivamente, l’esperienza del tempo: nulla di memorabile è accaduto in passato, eccetto gli sforzi ancora attuali per puntellare l’autostima e confermare la grandiosità del sé.
Il Narcisismo Patologico E Il Trascorrere Del Tempo
I pazienti affetti da narcisismo patologico spesso “si svegliano” a 40, 50 o 60 anni con una sensazione disperata di aver perso molti anni della loro vita.
Il fallimento del processo di maturazione di una normale identità con la sua corrispondente dimensione temporale può portare ad una crescente paura della morte, alla sensazione di non aver vissuto a sufficienza.
Questa paura è altresì collegata alle paure infantili di abbandono e solitudine ed alla sensazione che la vita non abbia senso – che predomina quando è presente un’assenza di investimento nell’amore, nel lavoro, negli ideali, nei bambini, nei valori.
La negazione del passare del tempo, la fantasia di eterna giovinezza e la negazione della morte, percepita come estrema minaccia, possono interferire in modo pesante con un realistico adattamento all’oggettivo passare del tempo, condannando il paziente all’esperienza di una vita vuota.
La compulsione a ripetere evidenziata da Green (2007) come forma di “assassinio del tempo” ed espressione della pulsione di morte è tipica, secondo Kernberg (2008), di alcuni casi di personalità narcisistica.
Svalutazione, invidia, bisogno di gratificazione immediata
Gli altri vengono facilmente svalutati, poiché altrimenti potrebbero far nascere invidia; la conseguente assenza di internalizzazione di relazioni gratificanti con gli altri significativi porta ad un impoverimento del mondo interno, privo di interazioni significative profonde legate al tempo.
Al posto di queste esperienze, i pazienti affetti da narcisismo patologico sentono il bisogno di una gratificazione immediata da fonti esterne (ad esempio, l’ammirazione da parte degli altri o il successo così come riconosciuto nel mondo esterno) che confermi la loro superiorità narcisistica; se essa non è disponibile può verificarsi una fuga in relazioni sessuali depersonalizzate, droghe, alcol o altre fonti di eccitazione immediata.
Non tutte le personalità narcisistiche soffrono però di una così totale distruzione del mondo delle relazioni oggettuali internalizzate: alcune sono capaci, per esempio, di ottenere una gratificazione narcisistica mentre investono nella relazione con i figli – su cui proiettano i loro stessi bisogni narcisistici. Altre gratificazioni possono essere ottenute mediante il lavoro o un talento particolare.
Ci sono comunque casi in cui – anche di fronte a funzioni sociali apparentemente ben preservate – l’assenza di investimento nelle relazioni con gli altri ed il conseguente senso di vuoto interno rappresentano caratteristiche significative. Queste personalità sono spesso ben compensate finché il successo sul lavoro o altri tentativi sociali forniscono un’adeguata gratificazione narcisistica, ma soffrono molto in condizioni di malattia, pensionamento, perdita di potere o di riconoscimento.